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INNOVAZIONI NEI QUOTIDIANI. PRESENTATO PRESSO LA FIEG IL REPORT MONDIALE 2003
Report annuale "Innovazione nei quotidiani"

Lunedì 23 giugno, presso la sede di Roma della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) in via Piemonte, 64 si è svolta una conferenza stampa, nel corso della quale è stata presentata la prima edizione in lingua italiana del report annuale Innovazione nei quotidiani realizzata da Innovation International Media Consulting Group (una delle più famose società internazionali di consulenza per il marketing editoriale) e dal suo partner italiano Consuledis, con il patrocinio della stessa FIEG e con il contributo di KPMG, Unisys e Euromeeting Italiana,

Innovation è una squadra multi-disciplinare, composta da circa 70 consulenti, per lo più ex editori, direttori o dirigenti di imprese giornalistiche che oggi collabora con 26 società giornalistiche di 16 Paesi. Innovation affronta progetti e problematiche che riguardano quotidiani, riviste, televisioni, radio e servizi d’informazione online. Pubblica la news letter trimestrale Lettera Confidenziale che, una volta all’anno, viene realizzata sotto forma di report globale per conto l’Associazione mondiale dei quotidiani (WAN, World Association of newspapers) e che viene presentata ufficialmente in occasione della giornata inaugurale del congresso mondiale della stampa quotidiana che quest’anno si è tenuta lo scorso 9 giugno a Dublino, in Irlanda.

Fin dalla sua prima edizione, avvenuta nel 1999, il report annuale Innovazione nei quotidiani si è rivelato uno degli strumenti di analisi più autorevoli ed attendibili sulle novità, i successi e le tendenze del mercato editoriale internazionale.

All’incontro di lunedì, a Roma sono intervenuti, oltre a Nicola Bovoli, titolare di Consuledis, il nuovo partner italiano di Innovation, tre dei più autorevoli protatonisti della edizione 2003 del report Innovazione nei quotidiani: i due soci fondarori di Innovation, gli spagnoli Juan Antonio Giner e Carlos Soria e la colombiana Marta Botero, autrice, quest’ultima, di una interessante rassegna compiuta sui quotidiani di tutto il mondo alla scoperta di nuove ed affascinanti sezioni, supplementi e riviste a loro collegate.

Con i loro interventi hanno disegnato lo scenario futuro dei mezzi d’informazione alla luce del fatto che i media si sono informatizzati e il linguaggio digitale si è convertito nella matrice comunicativa delle imprese giornalistiche. Oggi la differenza tra i media non dipende dalla tecnologia che utilizzano (tutti usano la stessa), ma dal valore aggiunto che le proprie redazioni e direzioni danno ai propri messaggi informativi e commerciali (teoria delle “Turbine informative”).

Il rapporto annuale 2003 di Innovazione ha messo in evidenza, fra l’altro, come nonostante la ricchezza e la immediatezza della televisione, la gente, per capire la guerra in Iraq si sia rivolta ai quotidiani che hanno fornito contenuti, notizie e approfondimenti in un formato di qualità, comodo e utile.

Per definire l’attuale turbinosa situazione editoriale nel mondo, Juan Antonio Giner ama ricorrere al fantasioso ma esplicito termine di “informadotto” .

“Di solito”, spiega, “diciamo che la storia dell’umanità si divide in tre fasi: l’agricola, dove l’acqua era la materia prima e gli “acquedotti” erano il sistema portante; la società industriale, dove la materia prima era il petrolio e quindi c’erano gli “oleodotti”; ora che siamo nella fase post-industriale e si parla di economie di scala, di convergenza, di sinergie multi-mediali e di integrazione strategica, si può dire che i divulgatori di notizie, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, attraverso qualsiasi piattaforma possibile, utilizzano veri e propri informadotti”.

Dal canto suo Carlos Soria sostiene che nel villaggio globale dei media, bisogna “smettere di essere uno zoo e trasformarci in circo”.
“Uno zoo”, spiega, “è un insieme di animali, ognuno separato nella propria gabbia. Le prime holding di media erano così: un agglomerato di mono-media. Un circo esige la partecipazione di tutti sotto un’unica tenda e dentro un un’unica pista, su un solo palcoscenico.”




  
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