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LA REGIONE LOMBARDIA DISCRIMINA TRA I PUNTI DI VENDITA. REAZIONE DELLA FIEG.
Indirizzi regionali discriminatori per il riordino del sistema di diffusione della stampa all'interno del territorio lombardo.

In merito agli indirizzi regionali per il riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica all’interno del territorio lombardo approvati dal Consiglio della Regione Lombardia su proposta della Giunta regionale, la Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) ha diffuso il seguente comunicato.

"La Regione Lombardia, discostandosi dalla normativa nazionale e dal relativo chiarimento ministeriale, ha disposto che gli esercizi commerciali che intendano richiedere l’autorizzazione per la vendita della stampa in qualità di punto vendita non esclusivo possano porre in commercio o i soli quotidiani o i soli periodici.

Restano esclusi da tale limitazione gli esercizi commerciali che nel periodo di sperimentazione abbiano venduto sia i quotidiani sia i periodici per i quali è consentito proseguire nella commercializzazione di entrambe le tipologie di prodotto editoriale.

Da tale decisione consegue - secondo la Fieg - una inspiegabile discriminazione tra le medesime tipologie di punti di vendita non esclusivi per il solo fatto di aver partecipato o meno alla sperimentazione, dal momento che presso alcune strutture commerciali sarà possibile proseguire nella commercializzazione di entrambe le tipologie di prodotto mentre ad altre, anche appartenenti alla stessa insegna commerciale, viene imposta la scelta tra la vendita dei soli quotidiani o dei soli periodici.

Tale inspiegabile disparità - secondo la Fieg - scoraggerà gli esercizi commerciali dall'intraprendere l'offerta della stampa e comporterà un disservizio nei confronti dei consumatori, i quali si troveranno disorientati dal fatto che in un determinato esercizio sarà consentito acquistare sia i quotidiani sia i periodici mentre in altri appartenenti al medesimo settore merceologico sarà possibile trovare solamente un tipo di prodotto editoriale.

La Fieg è costretta a constatare che la possibilità di poter offrire in esercizi diversi un’ulteriore occasione di incontro tra la stampa ed i consumatori viene ostacolata da scelte regionali che, al solo e dichiarato fine di difendere il privilegio degli edicolanti, danneggiano i giornali, i consumatori e i commercianti.

Il basso indice di diffusione della stampa - secondo la Fieg - richiederebbe, invece, lo sforzo da parte di tutti i soggetti competenti affinché siano stabilite correttamente, anche negli ambiti istituzionali locali, le condizioni per consentire una maggiore diffusione dei prodotti di informazione a mezzo stampa, conformemente alle finalità perseguite dal legislatore nel disporre un - seppur cauto e limitato - allargamento della tipologia dei punti vendita dei giornali quotidiani e periodici."

Roma, 12 luglio 2002



  
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