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IN FIEG IL PRIMO “ATELIER – COLLABORATORIO DI INTELLIGENZA CONNETTIVA”
BRAINSTORMING TRA GIOVANI ED EDITORI DI GIORNALI PER ANALIZZARE IL LORO RAPPORTO CON L'INFORMAZIONE. I RISULTATI DELLA RICERCA PRESENTATA

Roma, 11 aprile 2014 - Perché i giovani leggono poco i quotidiani? Un gruppo di liceali, universitari e ricercatori ha provato a spiegarne i motivi direttamente agli editori dei giornali. Il faccia a faccia il 10 aprile scorso nella sede della Federazione degli editori. Si è trattato del primo “Atelier - Collaboratorio di Intelligenza Connettiva” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila, in collaborazione con la Fieg.
 
Vogliamo capire perché i giovani non amano il mondo raccontato dai giornali”, ha spiegato il professore Derrick de Kerckhove, uno dei promotori dell'iniziativa. “La strada più semplice e diretta è stata quella di chiedere la causa di questo disamore direttamente a loro”, ha aggiunto de Kerckhove.
 
L'obbiettivo di questo e dei prossimi incontri è analizzare le criticità dell'informazione sulla carta stampata, anticipare i cambiamenti e produrre documenti al fine di creare un prodotto editoriale attraverso la condivisione.
 
I giovani sono stati ascoltati da: Giulio Anselmi (presidente Fieg), Paolo Liguori (direttore editoriale Tgcom24), Lella Mazzoli (direttore della scuola di giornalismo di Urbino), Silvia Leonzi e Giovanni Ciofalo (La Sapienza Università di Roma), Cesare Protettì (Università Lumsa di Roma), Renata Palma (Unione Giornalisti Italiani Scientifici), Ernestina Monaco (Liceo Tasso di Roma), Mariella Fanizza (Liceo A. Volta di Bari), Maria Pia Rossignaud (Media Duemila – Osservatorio TuttiMedia).

Nel corso dell'incontro, è stato presentato un anticipo della ricerca di Lella Mazzoli per Media Duemila, dal titolo "I giovani e l'informazione. Alcuni dati dell'Osservatorio News-Italia".

Il Presidente della Fieg, Giulio Anselmi, nel dare il benvenuto ai giovani liceali ed universitari intervenuti, ha indicato nella autorevolezza e nella credibilità gli strumenti con cui editori e giornalisti possono ancora vincere. È  una partita aperta - ha aggiunto - che invita ad avere un po' di ottimismo e a pensare che si possa invertire la tendenza. Sul piano dei supporti è evidente - ha detto ancora il presidente della Fieg - che la carta non interessa ai giovani, anzi sembra siano allergici ad essa. Ciò nonostante gli editori devono continuare ad investire sulla carta stampata perché rappresenta ancora  il 90% dei ricavi delle aziende editoriali e fanno bene a fare giornali migliori. Se fanno bene avranno un futuro, altrimenti avranno un futuro breve. Sul piano dei contenuti, ha spiegato Anselmi, ci sono due aspetti da considerare: ai giovani non interessano gli argomenti che i giornali mettono in prima pagina e - come ha evidenziato la ricerca presentata - i giovani ritengono i siti d'informazione dei quotidiani affidabil. Poi c'è il tema dell'uso dei mobile. Fanno bene – ha concluso - quegli editori che guardano al futuro concentrando la loro attenzione su questo tipo di piattaforma.

Per approfondimenti: Media Duemila/Osservatorio TuttiMedia – T. 39-064819145 – media2000@tin.it; osservatoriotuttimedia@osservatoriotutti



Lella Mazzoli - I giovani e la informazione.pdf


  
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