Il Direttore generale della Federazione Editori, Alessandro Brignone, è intervenuto lo scorso 25 ottobre alla prima delle due giornate del Forum Nazionale della Comunicazione locale, 'Nuova legge per l'editoria e riassetto radio-tv: scenari e prospettive' , organizzato a Palazzo Marconi a Frascati, in collaborazione con l'Uspi.
Gli interventi, tra cui quello del Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con delega per l'informazione e l'editoria, On. Ricardo
Franco Levi, sono stati moderati dal giornalista Fabio Polli, ideatore del Forum
giunto quest'anno alla sua terza edizione. Brignone è stato invitato a parlare
subito dopo i saluti di Mons. Antonio Barbierato, Presidente Uspi, e del Sindaco
della Città, Francesco Paolo Posa. Il Direttore della Fieg ha una volta di più
chiarito la posizione degli editori nei confronti del Ddl Levi di riforma del
settore.
'La Fieg - ha esordito Brignone - non può non vedere le lacune che nel corso
del mese di luglio si sono venute a creare nel testo del provvedimento, dal
momento del suo varo ad opera della Commissione Cheli a quello dell'approvazione
preliminare da parte del Consiglio dei Ministri. Ad esempio, vi erano norme di
carattere fiscale a sostegno della lettura. In Italia solo il 9% della stampa
quotidiana e il 20% di quella periodica transitano per gli abbonamenti postali.
Nel resto d'Europa tali numeri sono almeno il triplo'. 'E' un errore - ha
ricordato - ignorare il problema della lettura dei quotidiani e dei periodici e
lasciare ad altri media il ruolo di informare'. 'Un altro tema che sta a cuore
agli editori - ha continuato - è quello delle risorse a disposizione: per il
sostegno agli investimenti, per il credito d'imposta, per gli investimenti per
la multimedialità e l'innovazione'.
'Un disegno di legge - ha concluso Brignone - che non parla ai cittadini,
perché non sostiene la lettura, e non parla alle imprese, perché non le aiuta a
crescere, andrebbe migliorato'.
Un risultato che si potrebbe ottenere cercando il sostegno non solo degli
addetti ai lavori, ma anche e soprattutto dell'oipinione
pubblica.
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