In seno al Parlamento europeo è iniziato l’esame della
proposta di revisione della direttiva “Televisione senza Frontiere presentata dalla Commissione il 13 dicembre scorso.
Il testo della proposta è stato trasmesso per i necessari pareri alle Commissioni parlamentari cultura ed educazione e mercato interno e protezione del consumatore.
Successivamente, passerà alla Commissione industria che inizierà il dibattito il prossimo 19 aprile. Nell’ambito di tale Commissione, il relatore del provvedimento sarà l’On.le Gianni De Michelis.
In concomitanza con l’avvio del dibattito parlamentare, l’ENPA (European Newspaper Publishers’ Association) ha emesso un comunicato con il quale ha richiamato l’attenzione dei parlamentari europei sulle gravi preoccupazioni che solleva il testo della proposta laddove introduce nuove forme di pubblicità televisiva, come il product placement, vale a dire l’inserimento di marchi e prodotti nei programmi televisivi.
In particolare l’ENPA, nel comunicato, sottolinea l’esigenza di mantenere le disposizioni della direttiva attualmente in vigore che non prevedono il product palcement, tecnica pubblicitaria considerata pubblicità ingannevole nella maggior parte dei paesi europei e perciò vietata. Per l’Associazione degli editori europei, deve essere perlomeno riconosciuta ai singoli Stati membri la facoltà di mantenere il divieto. Per l’ENPA esistono forme utilizzabili di pubblicità meno invasive, più rispettose dell’autonomia redazionale e con minor impatto negativo sul mercato dei media.
La proposta di revisione della direttiva europea presentata dalla Commissione – conclude il comunicato dell’ENPA – legittimando il product placement, cancella di fatto il principio fondamentale della separazione tra pubblicità e contenuti redazionali.
Oltretutto, non sono previsti limiti all’inserimento di marchi e prodotti né è prevista alcuna metodologia di rilevazione, rendendo di fatto aggirabili i limiti orari previsti per la programmazione pubblicitaria. Secondo l’ENPA, l’attenuazione dei limiti attualmente previsti nel campo della comunicazione commerciale televisiva inciderà negativamente anche sul grado di fiducia del pubblico nei riguardi dell’autonomia redazionale di tutti i media.
24 marzo 2006