Roma, 23 ottobre 2006 - L’editoria – soprattutto quella della carta stampata che dà lavoro alla grande maggioranza dei giornalisti italiani – affronta epocali trasformazioni di tecnologie e di contenuti e rischia un inarrestabile declino senza uno sforzo comune del Governo e delle parti sociali per metterla in grado di far fronte alle sfide che la attendono.
La flessibilità e il costo del lavoro sono elementi essenziali di qualsiasi nuova strategia di settore e vanno visti in quest’ottica. La Federazione dei giornalisti ha invece presentato un pacchetto di 77 rivendicazioni salariali e normative tra cui anche l’attrazione del lavoro autonomo nel lavoro subordinato. Così facendo, e sostenendo tali richieste con 12 giorni di sciopero, la Federazione dei giornalisti si è assunta una grave responsabilità di fronte all’opinione pubblica. Per parte loro, gli editori continuano ad applicare il contratto non rinnovato, i cui automatismi retributivi superano comunque largamente gli effetti dell’inflazione. Essi ritengono che, date le posizioni assunte, non sussista attualmente alcuna possibilità di aprire con la Federazione dei giornalisti un dialogo realistico per negoziare un nuovo contratto.