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REVISIONE DIRETTIVA UE TV SENZA FRONTIERE: LE PREOCCUPAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA FIEG, BORIS BIANCHERI
Il Presidente Biancheri ribadisce la posizione della Fieg rispetto all'imminente revisione da parte della Commissione Europea della Direttiva

Per il Presidente della Fieg, Boris Biancheri, l’imminente revisione della direttiva UE di armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia televisiva deve perseguire precisi obiettivi: tutelare lo sviluppo di una stampa libera e pluralista e consentire un’equa distribuzione delle quote di mercato pubblicitario tra i diversi mezzi superando lo squilibrio, in Italia più grave che in ogni altro paese europeo, a favore della Tv. Per questo è necessario mantenere il limite orario di programmazione pubblicitaria (20%) ed estenderlo a tutte le forme di pubblicità, incluse le telepromozioni, che andrebbero sottoposte a disposizioni più restrittive.

Per una pubblicità televisiva davvero trasparente, devono essere ribaditi i principi dell’identificazione dei messaggi pubblicitari e della loro netta separazione dai programmi, contro pratiche pubblicitarie come il “product placement”, che vede l’inserzionista pagare la produzione allo scopo di proporre marchi e prodotti agli spettatori.

Le norme contenute nella direttiva attualmente in vigore devono essere adeguate allo sviluppo delle tecnologie digitali, ma devono tenere conto non solo degli interessi degli operatori del settore audiovisivo, ma anche di quelli degli altri media e del pubblico.

Sarebbe inaccettabile – secondo Biancheri – in nome del principio della separazione tra contenuti e messaggi pubblicitari, una direttiva che, invece, liberalizzasse l’uso della tecnica pubblicitaria del “product placement” (finora non consentita in Europa e in Italia considerata forma di pubblicità “occulta”, permessa dal 2004 solo per il cinema). Questo comporta, tra l’altro, il rischio di influenza sui contenuti dei programmi televisivi.

Per l’Ambasciatore Biancheri vi sono poi altri aspetti da modificare perché favorirebbero le televisioni a danno degli altri mezzi. Tra questi, l’ipotesi di consentire il passaggio di spot pubblicitari durante e non più tra i programmi; l’abolizione della possibilità di inserire solo negli intervalli la pubblicità in determinati programmi (come quelli sportivi); la riduzione del periodo di tempo entro il quale alcune opere audiovisive possono essere interrotte dalla pubblicità, con il conseguente aumento della pubblicità televisiva

Il Presidente della Fieg ribadisce la necessità di regole e di metodi di rilevazione del “product placement”, che, insieme alle sponsorizzazioni, dovrebbe rientrare nella pubblicità assoggettata al limite del 20%.

Biancheri conclude rilevando che occorre evitare con queste regole un’ulteriore accentuazione degli squilibri esistenti, soprattutto in Italia, nel mercato dell’informazione.

2 dicembre 2005



  
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