Roma, 15 maggio 2008 - Richiesto di un commento sui contenuti dell'articolo apparso in data odierna su un quotidiano, secondo cui la Fieg avrebbe utilizzato – nel suo rapporto 2008 su “La Stampa in Italia” – in luogo dei dati Audipress quelli di un altro istituto di ricerca, il Presidente della Federazione degli editori, Boris Biancheri, ha così risposto:

“È il classico esempio di giornalismo che si propone non di informare, ma di sollevare polemiche basandosi su informazioni e dati falsi. Delle 13 tavole di dati relativi alla lettura nel nostro Paese contenute nello studio Fieg sulla stampa presentato l’8 maggio scorso, 12 riportano dati Audipress, che è l’organismo di rilevazione degli indici di lettura che gli editori gestiscono insieme al mercato pubblicitario. Ad esse abbiamo aggiunto una tavola di dati di fonte Censis - che è d’altronde un istituto di notoria autorevolezza - perché contengono un elemento significativo che dagli altri dati non si desume così chiaramente e cioè che l’avvento di nuove opportunità di lettura non è andato a scapito dei mezzi tradizionali come i quotidiani a pagamento. Infatti, una grandissima parte dei lettori dei nuovi quotidiani gratuiti è anche lettore dei tradizionali quotidiani a pagamento. È un dato questo che conferma la crescente propensione alla lettura che si registra attualmente in Italia e che costituisce un dato significativo e confortante in una situazione generale dell’editoria molto problematica”.