Roma, 27 marzo 2007 – Venerdì 30 marzo 2007, dalle ore 9,30 alle ore 13,30, in Roma, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, Piazza del Campidoglio 1, Tavola rotonda internazionale sul tema “Lo scenario futuro dei media. La stampa tra crisi e cambiamento”, organizzata dalla Federazione Italiana Editori di Giornali.

Al dibattito, moderato dal presidente della Fieg, Boris Biancheri, parteciperanno: Hubert Burda, editore e CEO del Gruppo Hubert Burda Media; Carlo d’Asaro Biondo, CEO del Gruppo Lagardère International Active Média; Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Confindustria; Norman Pearlstine, senior advisor di The Carlyle Group e già editor in chief di Time Inc.; Gavin O’Reilly, CEO del gruppo irlandese Independent News & Media PLC e presidente della World Association of Newspapers; Vittorio Sabadin, giornalista de “La Stampa”.

Gli speakers si confronteranno sul futuro assetto dell’editoria giornalistica, in rapporto allo sviluppo dei fenomeni della convergenza digitale e multimediale ed ai modelli di business che si vanno prefigurando, in particolare rispetto all’organizzazione del lavoro redazionale.

Il progressivo affermarsi di nuovi paradigmi culturali ed operativi collegati all’uso delle tecnologie digitali richiede, infatti, flessibilità e mobilità all’interno delle redazioni ed un ambiente di lavoro dinamico per conseguire quegli obiettivi di efficienza e di produttività idonei a garantire competitività al sistema delle imprese editrici.

Obiettivo della Tavola rotonda è offrire il punto di vista di alcuni tra i massimi rappresentanti del mondo editoriale e imprenditoriale sui modi possibili di affrontare con successo l’evoluzione in atto nel mondo dei media, indirizzandola verso un modello di informazione integrata che offra al lettore/utente un ampio ventaglio di scelte, e su quali siano le necessarie implicazioni sul piano delle strategie di mercato per le imprese editrici.

La conoscenza delle esperienze maturate in altri Paesi da parte dei più importanti gruppi editoriali potrà costituire un utile contributo all’elaborazione di correttivi che permettano un utilizzo ottimale delle risorse umane e tecnologiche e al superamento delle non poche resistenze – in Italia almeno – a trarre le logiche conseguenze da un processo che richiede sempre più strutture produttive integrate.