Roma, 21 luglio 2010 - Con riferimento all’emendamento governativo al ddl
sulle intercettazioni, la Fieg osserva che si tratta
obiettivamente di un passo in avanti verso il corretto approccio al problema. In
particolare l’udienza filtro diventa lo strumento volto a valutare caso
per caso ciò che è rilevante e veramente finalizzato alla conduzione
dell’inchiesta da ciò che non lo è, con la conseguenza di rendere pubblicabili
le intercettazioni che “superano” l’udienza filtro. Cade, quindi, grazie
all’approccio caso per caso, il divieto assoluto e generalizzato di
pubblicazione da cui muoveva originariamente il ddl.
Detto ciò, però, proprio per la rilevanza dell’udienza filtro, prima della
quale tutto è segreto e dopo la quale tutto ciò che supera il filtro è
pubblicabile, la mancanza di un termine lascia un margine di eccessiva
discrezionalità che incide negativamente sul diritto costituzionale di cronaca.
A ciò si ricollega il tema delle sanzioni a giornalisti ed editori, poiché la
pubblicazione della medesima registrazione comporta o meno la sanzione a seconda
che l’udienza filtro ci sia stata o meno.
L’indeterminatezza del termine di espletamento dell’udienza filtro comporta
un eccessivo margine di discrezionalità in tema di applicazione delle sanzioni
penali e parapenali. Inoltre resta ferma nell’emendamento governativo
l’affermazione della responsabilità degli editori, che è in linea di principio
una violazione dell’articolo 21 della Costituzione, per il sindacato che tale
responsabilità presuppone sul contenuto del giornale da parte dell’editore.
La Fieg, quindi, pur riconoscendo un significativo sforzo
dell’emendamento nella composizione delle contrastanti esigenze, ribadisce
che le sanzioni sono tutt’al più ammissibili in caso di pubblicazione di parti
delle quali il giudice ha già disposto la distruzione o l’espunzione ed esprime
una valutazione complessivamente negativa, riservando il giudizio globale sul
disegno di legge al testo che risulterà dall’approvazione dei vari emendamenti
che, oltre a quello governativo, sono stati presentati al ddl da maggioranza e
opposizione.