Roma, 7 luglio 2010 - Si è svolta oggi a Roma l’Assemblea Generale Ordinaria
dei Soci della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG), aperta dal
Presidente in carica, Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg, che aveva
all’ordine del giorno anche l’elezione degli organi sociali Fieg per il prossimo
biennio.
Chiamata ad esprimersi, l’Assemblea ha quindi confermato Presidente,
per acclamazione, lo stesso Prof. Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg
per il biennio 2010-2012.
Professore di Diritto
dell’Unione Europea alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Tor Vergata
di Roma, Carlo Malinconico è stato, tra l’altro, Segretario generale di Palazzo
Chigi dal 2006 al 2008, Capo del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi
della Presidenza del Consiglio dal 1996 al 2001 nonché Consigliere di Stato dal
1985 al 2002. È presidente Fieg dal 9 luglio 2008.
Il Presidente ha
ringraziato l’Assemblea e si è detto “molto orgoglioso della
rielezione”. “In questi due anni – ha detto – sono stato catapultato
nel mondo dell’editoria. Un mondo bellissimo, ma in oggettiva difficoltà,
difficoltà che sono pronto ad affrontare ancora a fianco degli editori con tutta
l’energia che sarà necessaria”.
Malinconico, che nella parte iniziale dell’Assemblea aveva
fatto un breve riepilogo dell’attività svolta dalla Federazione nel corso del
suo primo biennio di presidenza, si è detto consapevole che “la situazione
attuale è ancora più difficile, complicata da circostanze che meritano tutta la
nostra attenzione”. “Sono di queste ore – ha proseguito – le
iniziative della FIEG, anche a fianco della FNSI, a tutela della libertà di
stampa e di cronaca. Gli editori non hanno mai rifiutato il confronto sui temi
della tutela della riservatezza, ma respingono la modalità con cui si intende
intervenire. Il disegno di legge si limita a prevedere soluzioni come
quella delle sanzioni per gli editori, che soluzioni non sono”. “Non mi
stancherò di ripetere che non si risolve il problema degli abusi o della tutela
della riservatezza imponendo limiti generalizzati e sanzioni che comportano il
controllo dell’editore sulla redazione, scompaginando un assetto costituzionale
e ordinamentale risalente nel tempo. Gli editori non possono, non devono,
intervenire sui contenuti. Si tratta di un provvedimento che comporta solo un
aggravio ulteriore di costi per le imprese editrici, già duramente colpite. Si
parla di agevolare la vita delle imprese, anche modificando l’articolo 41 della
Costituzione: ne siamo felici. Ma poi in concreto si obbligano gli editori a
duplicare la struttura organizzativa di prevenzione aggiungendola a quella
predisposta dal direttore responsabile. Che semplificazione è mai questa e chi
paga il doppio onere?”.
Malinconico ha poi ricordato alcuni degli altri temi sui
quali intende continuare a guidare l’azione della Federazione: la governance di
Audipress, innanzitutto, e in generale di quel settore che tanto incide per il
reperimento delle risorse pubblicitarie. “Sono stati convenuti dei sistemi
di rilevazione ed è intollerabile – ha detto – che ex post sia messa in
dubbio l’attendibilità di quei dati che sono invece reali e da difendere”.
Poi, il tema della distribuzione per cui vanno ricercate soluzioni più moderne,
tema che porta con sé quello della spedizione postale dei giornali in
abbonamento. “È di ieri – ha detto Malinconico –
l’esito che definisco ‘indegno’ di una vicenda di consultazioni con le
Istituzioni e con Poste Italiane per limitare i danni di un decreto, quello del
1° aprile scorso, che improvvisamente e senza alcuna gradualità ha comportato
più del raddoppio delle tariffe pagate dagli editori per le spedizioni postali
della stampa. Dopo la nostra protesta sono stati aperti dei tavoli politici, poi
dei tavoli tecnici, ma la delegazione che da ultimo ci ha incontrato ieri si è
rivelata inadeguata a fornire una soluzione, anzi si sono fatti passi indietro
rispetto a maggio. Un emendamento che tentava di dare una risposta legislativa è
stato respinto”. “La posizione della Fieg non può che essere di ferma reazione
per verificare se l’intenzione di dare una risposta dal Governo e da Poste è
veramente seria”. “Se così non fosse – ha continuato
Malinconico – è opportuna l’immediata ricerca sul mercato
di soluzioni con altri operatori. Non possiamo essere noi, con nostro
sacrificio, a supportare le inefficienze del sistema”.
“Gli editori associati alla Fieg hanno rivelato, nei due anni appena
trascorsi, una grande coesione, dimostrando di essere disposti a lavorare
insieme per una visione comune degli obiettivi e delle priorità da
raggiungere” – ha aggiunto il Presidente – “e mi auguro che gli organi
della FIEG continuino ad aiutarmi nell’individuare tali priorità e a perseguirle
con sempre maggiore efficacia”.
“Gli editori – ha sottolineato Malinconico – vogliono fare la loro parte
nel contenimento del bilancio pubblico, ma tutti gli attori della vicenda devono
fare altrettanto. Non siamo alla ricerca di risorse pubbliche ma chiediamo
gradualità e non retroattività”. “Certo – ha aggiunto – ciò che è veramente
necessaria è una politica industriale, cui troppe volte si è risposto con vaghe
promesse, come quella reiterata della convocazione degli Stati Generali
dell’Editoria”.
Il Presidente ha concluso ringraziando ancora gli editori
per la rielezione, assicurando il massimo impegno in una battaglia – quella a
difesa di un settore tanto importante per i valori legati al pluralismo e alla
libera circolazione delle idee – che è davvero “una battaglia che merita di
essere combattuta”.