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INTERCETTAZIONI: BRIGNONE, INACCETTABILI SANZIONI A EDITORI
Dall'intervento del Direttore Generale Fieg al Forum della Comunicazione

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - "L'umore degli editori è bigio". Così Alessandro Brignone, direttore generale della Fieg, interviene sul tema delle intercettazioni e della 'legge bavaglio' nel corso del terzo Forum della Comunicazione, organizzato da Comunicazione Italiana oggi e domani all'Auditorium  Parco della Musica di Roma.

 "Voglio subito sgomberare il campo da un equivoco alimentato dal Ministro Alfano - prosegue Brignone - gli editori non hanno nulla in contrario a che siano previste delle sanzioni se vengono  pubblicate delle conversazioni intercettate per le quali  é stata disposta la distruzione. La sanzione è molto pesante, ma il bene protetto è altrettanto importante: la vita di persone estranee ai fatti indagati. Al contrario, però, è ancora prevista una sanzione fino a 300mila euro a carico dell'editore per la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Chiunque conosca un giornale sa che la legge e il contratto collettivo prevedono una netta separazione tra l'editore, che si limita a indicare la linea editoriale, e il direttore che di fatto costruisce il giornale o il telegiornale".

Nel momento in cui la stessa legge dice che è il direttore a decidere cosa pubblicare e cosa no, imputare una sanzione all'editore vuol dire costringere l’editore a entrare in redazione. Questo non lo vogliamo noi né i giornalisti e su questo continueremo la nostra battaglia".

Quanto ai contenuti del ddl sulle intercettazioni in questi giorni al vaglio del senato, Brignone commenta: "All'inizio il testo era pesantissimo. Non si sarebbe potuto dare notizia neanche dei fatti non più coperti da segreto, impedendo così la cronaca giudiziaria e anche politica. Ora mi sembra un segnale di attenzione di Camera e Senato la possibilità di pubblicarli per riassunto". Si è rischiato, prosegue il direttore generale, "l'effetto grottesco che non potessero  riferirne i giornali tradizionali o le testate radio e tv, ma i blogger e altri siti si, perché non sarebbero rientrati nel provvedimento. Per ora questo effetto, non voluto dal legislatore, è stato evitato".

Sul tema della rete Internet, interviene Giampaolo Rossi, Presidente Rai Net, "é da rivedere soprattutto il comma 28 e l'obbligo di rettifica che accomuna gestori di siti informatici e testate giornalistiche vere e proprie". Per Brignone, che trova "una curiosa continuità e desiderio di mettere sotto controllo l'informazione, tra questo e il primo ddl sulle intercettazioni, pensato nel precedente governo da Mastella", uno strumento di responsabilizzazione nella legislazione va inserito. "Gli operatori del web - dice - sono i più riottosi a forme di controllo. Vi è ancora il luogo comune che la rete debba essere area di assoluta libertà. Occorre invece che gli stati intervengano. Personalmente ho fiducia nella magistratura e sono convinto che attraverso gli ordinari mezzi si possano trovare punti di controllo. In generale, l'informazione di qualità è quella che proviene dai professionisti, dai giornalisti".(ANSA).

 



  
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