Nel corso
della sessione odierna dei lavori della XIII edizione di WAN-IFRA Italia, la
conferenza internazionale per l’industria dell’editoria e della stampa
quotidiana, organizzata da WAN-IFRA, in collaborazione con FIEG e ASIG, e
dedicata alla stampa industriale e alle nuove frontiere della stampa digitale,
sono stati presentati i dati più significativi del “Rapporto 2010 sull’industria italiana dei
quotidiani”, elaborato dall’Osservatorio Tecnico per i Quotidiani e le
Agenzie di informazione “Carlo Lombardi”.
Il Rapporto integrale sarà
disponibile nei prossimi giorni sul sito
dell’Asig.
Alberto Di
Giovanni, Presidente
dell’Osservatorio, ha ricordato come “la crisi economica mondiale che si è
scatenata nell’ultimo trimestre del 2008 ha amplificato tutta una serie di
nodi strutturali che nel nostro Paese l’industria editoriale da sempre sopporta:
la scarsa propensione alla lettura di ampi strati della popolazione, le
distorsioni del mercato pubblicitario, la rigidità del sistema distributivo, la
scarsa efficienza dei servizi postali”. “Nessuno di questi nodi – ha continuato
Di Giovanni – è stato risolto, anzi il contesto si è ulteriormente appesantito”.
Il “Rapporto” presenta un resoconto esauriente dello stato attuale
dell’industria dei quotidiani.
Dopo
l’illustrazione dei primi dati volta a fotografare lo stato di difficoltà in cui
tale industria versa, non solo in Italia, il “Rapporto” si interroga su come sia
possibile preservare un giornalismo di qualità, costoso ma indispensabile in
democrazia, in un contesto nel quale il tradizionale modello di business
dell’impresa editoriale è entrato in crisi. In attesa di nuovi paradigmi, Di
Giovanni indica la difesa del prodotto editoriale, della remunerazione degli
investimenti, della tutela della proprietà intellettuale e della redistribuzione
delle risorse quali problemi cui trovare urgente soluzione, anche con l’aiuto
del Governo. “L’Osservatorio – ha precisato il suo Presidente – ha naturalmente
a cuore soprattutto la tenuta dell’industria della stampa dei quotidiani,
oggetto negli ultimi 30 anni di una trasformazione straordinaria, ma oggi
seriamente in pericolo. Il “Rapporto” ricorda i sostanziali cambiamenti
intervenuti nell’azienda editoriale: quando la stampa era l’unico mezzo
disponibile per veicolare l’informazione, l’attività tipografica era una voce
dei costi del conto economico delle aziende editrici. Oggi che l’informazione
può essere veicolata in tanti modi alternativi, l’attività tipografica deve
trovare posto anche nella colonna dei ricavi”. “A fronte dei tanti problemi,
l’unica leva dove recuperare
margini sembra essere quella dell’organizzazione, dove però il settore sconta un
costo del lavoro complessivo molto elevato”. Un intero capitolo del
“Rapporto” ospita un documento
analitico sulla situazione delle aziende e dei lavoratori sotto il profilo degli
ammortizzatori sociali e dei fondi previdenziali, a sottolineare l’usura di un
meccanismo non più in grado di dare sollievo in un contesto di fortissima
eccedenza dell’offerta dei servizi di stampa rispetto ad una domanda che va
nella direzione opposta.
“Non può
essere rimandato oltre - ha concluso Di Giovanni - un intervento organico di
ridefinizione dei nuovi equilibri dell’industria editoriale e di riforma
dell’intero settore, che punti a preservare l’informazione di qualità quale
presidio insostituibile dei valori di libertà e pluralismo, anche attraverso
un’equa redistribuzione di costi e ricavi tra i vari attori del processo di
produzione-distribuzione delle notizie, in un’ottica di sostegno e riequilibrio
del sistema”.
In allegato
un lancio d'agenzia sulla presentazione odierna del Rapporto, alcune
immagini dell'intervento di Alberto Di Giovanni (credits:
Fotografico Ansa - Guido Montani) e le slide proiettate.